PROGRAMMA 2024
Tradire significa, seguendo l’etimologia della parola, consegnare al nemico. Per questo è qualcosa che nelle nostre società si accompagna inevitabilmente all’infamia. Nella visione dantesca, il tradimento è il peccato più grave: se ne è macchiato l’angelo ribelle, Lucifero che, precipitato da Dio al centro della Terra, stritola tra le fauci Giuda, Bruto e Cassio.
Di tradimenti è piena la nostra vita e la Storia. Ma, come per tutti i concetti, lo slittamento di senso è dietro l’angolo. Perché, ovviamente, l’idea di tradimento è opinabile. Si tradiscono persone e si tradiscono ideali, ma allo stesso tempo veniamo traditi dalle persone e dagli ideali. Il tornaconto personale è spesso utilizzato come spartiacque per condannare il tradimento. Rimane però sempre difficile distinguere il tradimento dal mutamento delle situazioni. Napoleone ha tradito la Rivoluzione francese? O ne è stato il concreto esecutore? Senza Giuda non ci sarebbe stato il cristianesimo. E oggi, chi sono i Giuda con i quali condividiamo gli scossoni della storia? Siamo noi stessi, quando cambiamo prospettiva? Ma adeguarla significa tradirla? La dimensione morale che caratterizza il binomio fedeltà/tradimento non rappresenta, dal punto di vista storico, un riferimento assoluto. Ad esempio, i fratelli Bandiera, così cari al risorgimento italiano, hanno tradito l’impero austriaco o sono stati fedeli all’ideale della causa italiana? Si può dire che hanno abbandonato un ordine in cui non credevano per guardare al futuro?
Il Festival della Storia, edizione numero 6, si soffermerà su questa categoria, il tradimento, così controversa, sempre capace di sollevare indignazione, ma al contempo di costringere a riflettere, anche a partire dalle storie individuali, sulle mille declinazioni del suo significato. Tocca come sempre alla storia, con il fondamentale contributo delle altre scienze sociali e umane, il difficile compito di indagare la complessità, distinguere le varietà delle esperienze, contestualizzare, ambiti questi ineludibili della ricerca storica senza i quali rimane solo lo spazio per la semplificazione, l’appiattimento concettuale e per il presentismo, virus letali per i valori della libertà e della democrazia.
Ancona, Mole Vanvitelliana 29 agosto – 1 settembre 2024
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito senza prenotazione.
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito senza prenotazione.
giovedì 29 Agosto 2024
19:00 | Sala Boxe
Inganno coloniale ne “L’ascaro” di Ghebreyesus Hailu
dialoga con Tatiana Petrovich Njegosh
19:00 | Auditorium della Mole
Quando le regine erano sovrane. Il caso italiano
dialoga con Renata Mambelli
venerdì 30 Agosto 2024
19:00 | Auditorium della Mole
Rock e nuova sinistra: breve storia di una lunga contrapposizione
dialoga con Sergio Sparapani
sabato 31 Agosto 2024
21:00 | Auditorium della Mole
Sono solo canzonette?
Controcanto/commento di Massimo Papini che dialoga con Paolo Marconi
domenica 01 Settembre 2024
19:00 | Auditorium della Mole
L’eguale libertà delle religioni nell’era dei conflitti d’identità
dialoga con Antonio Di Stasi